[15] 'At medici quoque' -- ita enim dicebas -- 'saepe falluntur.' Quid simile medicina, cuius ego rationem video, et divinatio, quae unde oriatur non intellego? Tu autem etiam Deciorum devotionibus placatos deos esse censes. Quae fuit eorum tanta iniquitas, ut placari populo Romano non possent nisi viri tales occidissent? Consilium illud imperatorium' fuit, quod Graeci strategema appellant, sed eorum imperatorum, qui patriae consulerent, vitae non parcerent; rebantur enim fore, ut exercitus imperatorem equo incitato se in hostem inmittentem persequeretur, id quod evenit. Nam Fauni vocem equidem numquam audivi; tibi, si audivisse te dicis, credam, etsi, Faunus omnino quid sit, nescio. Non igitur adhuc, quantum quidem in te est, Balbe, intellego deos esse; quos equidem credo esse, sed nil docent Stoici.
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15. ? Ma anche i medici - mi dicevi - spesso sbagliano ?. E con ci?? Che ha di simile la medicina, di cui conosco
i fondamenti razionali, con la divinazione di cui non comprendo l'origine? Tu pensi che il sacrificio dei Decii abbia
placato gli d?i. Ma come hanno potuto gli d?i essere tanto ingiusti da non essere disposti a riconciliarsi col popolo
Romano se non in cambio della morte di uomini siffatti?
In realt? quella dei Decii fu semplicemente una mossa strategica o stratagemma, come la chiamano i Greci,
dovuta per? all'iniziativa di generali che anteponevano il bene della patria alla propria vita. Era loro convinzione che se
un comandante si fosse lanciato a briglie sciolte contro il nemico il suo esercito l'avrebbe seguito, come di fatto
avvenne. Quanto alle voci dei Fauni non ne ho mai udita una. Se tu dici di averla udita posso anche crederci, ma che
cosa sia un Fauno proprio non lo so.
Per quanto dipende da te, Balbo, non mi fornisci alcun elemento che mi aiuti a comprendere che gli d?i esistono.
Credo nella loro esistenza, ma gli Stoici non hanno nulla da insegnarmi al riguardo.
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